Nelle operazioni di riabilitazione di condotte e tubazioni industriali e civili, rispetto al tradizionale “scava e sostituisci”, la tecnica Relining offre numerosi vantaggi:
La Ekso di Ragusa (RG) è fra i principali promotori di questa tecnica no-dig (trenchless, “senza scavo”). Ekso si è costituita nel 1998 con il chiaro obiettivo di introdurre, in Italia, soluzioni alternative ai sistemi tradizionali di risanamento e ripristino di condotte, tubazioni e infrastrutture di collettamento-trasferimento in genere, sia di tipo industriale sia civile.
«Abbiamo creduto fortemente in questa tecnologia, ne abbiamo acquisito il know how e sviluppato le potenzialità, lavorando per la sua affermazione sul territorio italiano» dichiara Sabrina Sabbatini, presidente del CDA Ekso. Infatti, dalla fondazione, sfruttando la tecnica Relining, Ekso ha risanato oltre 330 km di linee e condotte, operando su vari diametri (da 100 a 2.000 mm su sezioni a sagome circolari, ovoidali, quadrate e rettangolari e su tubazioni in pressione e gravità) e su condotte di differenti materiali (acciaio e metalli in genere, PVC, PRFV, PEAD, calcestruzzo).
Negli anni, ottimizzando i vantaggi e i risultati del Relining, Ekso ha conquistato una posizione di primo piano nel settore delle tecnologie di risanamento non invasivo. Lo dimostrano le numerose partnership con realtà del settore petrolifero-energetico (ENI, ENEL, Exxon Mobil, ERG, API ecc.) e con istituzioni ed enti locali (Consorzio per la Depurazione delle Acque di Scarico del Savonese, Siciliacque, Smat e numerosi comuni italiani). Inoltre, attualmente, Ekso sta realizzando il progetto “Reti Smart”, in collaborazione con l’Università di Palermo.
Il Relining è una tecnica di riabilitazione condotte che, servendosi di accessi puntuali (senza scavo), realizza il risanamento definitivo e strutturale di condotte danneggiate di ogni genere, in pressione (da 1,5 a 32 bar) o a gravità, e su diametri da 100 a 2.300 mm. Il risanamento consiste nel rivestimento della parete interna della tubazione con guaine.
Generalmente vengono impiegate guaine in materiale plastico composito (polietilene, polipropilene, poliuretano, ecc.) rivestite internamente con un feltro in fibre di poliestere di vario spessore. Quest’ultimo può essere accoppiato a uno o più livelli di maglie di fibre di vetro (o altre fibre rinforzate), idonee a conferire alla guaina maggiori prestazioni in termini di resistenza meccanica.
Le guaine vengono impregnate con resine termoindurenti (vinilestere, o poliestere, o epossidica tra le principali). In base al metodo di inversione e polimerizzazione della resina, si distinguono più metodi:
Il metodo con spinta idraulica sfrutta l’immissione continua di acqua calda nell’intercapedine fra tubolare invertito e tubolare da invertire (l’acqua riscaldata progressivamente innesca il processo di catalisi delle resine). Ciò porta il feltro impregnato di resina a contatto con la parete interna della condotta, ricreandone la superficie.
La guaina in polietilene è movimentata da una gru, che ne porta un’estremità alla cosiddetta “torre di inversione”. L’estremità della guaina è ancorata al “bicchiere di inversione” in testa alla torre ed è estroflessa all’interno della condotta grazie alla spinta idraulica dell’acqua immessa. In questo modo, la guaina aderirà perfettamente alle pareti interne della condotta ospite, riproducendone perfettamente il profilo per tutta la lunghezza prefissata.
Impiegando il metodo con spinta pneumatica, la guaina è inizialmente avvolta su se stessa su un estroflessore a chiocciola per poi essere inserita nella tubazione con la forza di un compressore. Tale metodo può essere applicato anche sfruttando speciali mezzi d’opera combinati. Questi sono adatti al risanamento sia di condotte in pressione sia a gravità. Tali attrezzature impiegano l’aria per l’avanzamento delle guaine, mentre impiegano il vapore per il loro indurimento.
È possibile impiegare anche guaine speciali per acqua, gas, oleodotti o fognature, sempre in abbinamento a resine di volta in volta più adatte di tipo poliestere, vinilestere o epossidico. I vantaggi di tali attrezzature molto efficienti sono i seguenti:
- l’utilizzo di un solo principio di posa
- l’utilizzo di una sola macchina
- il basso impatto ambientale
- la minima interferenza in termini di sicurezza interna ed esterna al cantiere.
Il metodo con lampada UV è particolarmente indicato per gli interventi in cui la durata del cantiere deve essere minima, come nelle aree densamente popolate, con grande volume di traffico e per siti difficilmente accessibili o in presenza di altre utilities (sono da escludere invece le tubazioni di acqua potabile e con diametri superiori a 500 DN).
L’installazione e la polimerizzazione a UV sono di estrema semplicità. Ciò si traduce nella rapida esecuzione del lavoro e nell’immediato rientro in servizio della tubazione. Tale tecnica ha per converso un più ristretto ambito di impiego.
In partenariato con Università di Palermo, nel programma di investimenti PO.FESR 2007-2013, Ekso partecipa al progetto “Reti Smart”. Il progetto ha per scopo la realizzazione di un sistema per la riqualificazione delle reti idriche e fognarie utilizzando guaine costituite da nuovi materiali autoriparanti. Inoltre, con l’inclusione di componenti elettronici nella guaina, il progetto mira a rendere sensorizzate le condotte esistenti.
Luca Cavera
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