Dopo la grande crisi del 2020, i dati dell´estate 2021 appaiono incoraggianti e lasciano sperare in una progressiva ripresa, che dovrebbe consolidarsi il prossimo anno.
I primi preconsuntivi sulla stagione estiva 2021 confermano una ripresa delle vacanze soprattutto degli italiani. I canali di prenotazione, tradizionali e online, indicano un +46% per il turismo balneare e circa il 20% per quello montano, lacuale e termale. Ancora deboli gli arrivi nelle città d´arte, tradizionale meta degli stranieri.
Gli italiani hanno scelto comunque località vicine. Per il 77,8% regioni limitrofe, mentre il 29% è rimasto nella stessa regione. Per quanto riguarda gli stranieri mancano sostanzialmente tutti gli intercontinentali, mentre gli arrivi dall´estero sono per la maggior parte relativi a turisti di prossimità e provengono da Germania, Francia, Paesi Bassi, Austria, Svizzera e Belgio.
Positive le attese per i prossimi mesi. Con la graduale riapertura delle frontiere e la riduzione delle restrizioni sanitarie si prevede un progressivo ritorno anche dei turisti dagli Stati Uniti e comunque dall´extra Ue.
Le presenze di turisti in Italia sono progressivamente aumentate con il passare dei mesi. In particolare, l´inversione di tendenza si è registrata a giugno con un -43% rispetto a giugno 2019, luglio con -14,5 mentre agosto ha raggiunto una sostanziale parità con agosto 2019 (-1,1%).
Restano comunque i segni della crisi del 2020, che si è protratta anche nei primi mesi del 2021. Il fatturato dei servizi turistici nel loro complesso nel primo trimestre 2021 è diminuito del 44,8% rispetto al 2020 (quando ancora non erano state imposte forti restrizioni) e ha riguardato soprattutto le attività ricettive, mentre quelle di ristorazione hanno sofferto meno.
Nei primi sei mesi del 2021, rispetto al primo semestre 2019, le presenze in hotel sono diminuite del 67,3% con il -44,4% di italiani e -87,1 di stranieri. Sempre nella prima metà del 2021, rispetto al 2019, il tasso di occupazione delle camere in albergo è diminuito del 60,3%.
Ne ha risentito anche l´occupazione del comparto alberghiero, diminuita del 37,3% (-23,8 occupati a tempo indeterminato, -45,5% occupati a tempo determinato).
Positivo, seppur moderatamente, il saldo tra imprese alberghiere aperte e cessate, che nei primi sei mesi del 2021 è di +39 unità.
Per quanto riguarda il numero complessivo di strutture alberghiere nel nostro Paese, a fine 2020 era di 32.202, il 5,3% in meno rispetto a dieci anni prima. Ma c´è stato anche un forte processo di riqualificazione. Infatti, sono aumentate le strutture a 5 e 4 stelle, mentre sono diminuite quelle di categoria inferiore.
A fine 2020 avevamo 571 alberghi a 5 stelle (+57,7% nel decennio), 6.144 a 4 stelle (+20,9%), 17.794 a 3 stelle (-0,9), 5.236 a due stelle (-22,6) e 2.456 con una sola stella (-36%).
COMUNICATO STAMPA
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